
Il Carbon Reduction Project – ovvero, il progetto di riduzione delle emissioni di carbonio – dell’EOG mira a mezzo miliardo di chilogrammi di emissioni. Questo risulta dall’aggiornamento che l’European Outdoor Group ha pubblicato su questo progetto a lungo termine concepito nel 2019.
La verifica dell’EOG e dell’Aii
Lavorando congiuntamente all’Apparel Impact Institute (Aii) e dieci membri del gruppo, il team di lavoro dell’EOG ha completato una verifica in 16 stabilimenti produttivi, determinando che la combinazione totale delle emissioni di carbonio nel 2021 ammonta a mezzo miliardo di chilogrammi. La verifica ha anche analizzato le cause profonde di questa situazione attuale e identificato delle opportunità per mitigare attivamente i fattori alla base e rendere significative le azioni di riduzione delle emissioni.
Istituito nel 2019, il Carbon Reduction Project è un programma collaborativo dell’industria outdoor allineato alle raccomandazioni dei climatologi emerse durante la stesura degli accordi di Parigi. Tra queste: misurare le emissioni, identificare gli hotspot, sviluppare un piano e passare all’azione. Nel 2020, un gruppo pilota iniziale composto da brand membri dell’EOG è stato convocato e insieme hanno sviluppato e definito una metodologia per il progetto.

Verity Hardy
L’EOG ha poi esteso un invito a partecipare e altri brand si sono niti al gruppo di lavoro. Questi hanno lavorato in modo collaborativo e trasparente: l’EOG infatti, essendo un’organizzazione neutrale, è stata in grado di raccogliere e analizzare dati confidenziali che le aziende non avrebbero tradizionalmente e intenzionalmente condiviso le une con le altre.
Il Carbon Reduction Project
Il progetto segue un processo diviso in cinque step. I partner membri del gruppo pilota hanno iniziato a lavorare a ciascuna di queste fasi insieme.
- Mappatura dei fornitori (effettuata internamente dall’EOG)
- Creazione di una roadmap dei fornitori attraverso un processo di preselezione che ha individuato le strutture con il maggior potenziale.
- Definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni dei fornitori nell’ambito del programma Carbon Leadership dell’Aii – in collaborazione con RESET Carbon, che ha svolto il ruolo di collegamento con le strutture, di valutazione e di formazione.
- Implementazione, da parte dei fornitori, con i marchi che continuano a collaborare, supportati dall’EOG e da altre parti interessate pertinenti, delle azioni di mitigazione descritte nei loro piani d’azione.
- Reporting dei fornitori, un processo a lungo termine in cui i marchi monitorano e seguono i progressi delle strutture verso i loro obiettivi.
Attraverso la fase del gruppo pilota, il CRP ha stabilito che molti tra i fornitori dei brand sono comuni. Dei 345 totali, 44 sono condivisi e uno in particolare è utilizzato da tutti i brand. Inoltre, come previsto, la più grande fonte di emissioni è il carbone – 45,7% – seguito dall’elettricità acquistata (non rinnovabile) al 27,3%.
Target ambiziosi
I brand partecipanti non erano obbligati a condividere i loro target interni, ma indicativamente l’hanno fatto. Tutti, anche quelli che non hanno ufficialmente aderito all’iniziativa Science Based Target (SBTi) hanno target ambiziosi riguardo alla diminuzione delle emissioni per allinearsi alla scienza climatica. E sebbene la somma dell’anno di riferimento cambi per ogni struttura, la metà di queste hanno un target di riduzione assoluto che varia dal 50% al 60%, in linea con i requisiti SBTi per il 2030.
In questo contesto il CRP ha una più chiara comprensione della sfida che attende il settore, ma anche delle azioni che possono essere implementate per avere un impatto più significativo e a lungo termine sulle emissioni.
I brand già coinvolti continueranno a collaborare, supportati dall’EOG e da altri importanti stakeholders. Monitoreranno e analizzeranno i progressi delle strutture dei fornitori nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi, e ne riporteranno al gruppo.
L’importante è collaborare
Secondo un recente rapporto dell’Aii e di Fashion for Good, è necessaria una notevole quantità di risorse per l’industria per l’industria outdoor al fine di raggiungere gli obiettivi climatici necessari e diventare carbon neutral entro il 2050. Singolarmente, le organizzazioni non avranno fondi sufficienti per avere un impatto significativo.
L’EOG sta così istituendo l’Impact Accelerator Fund, un fondo collaborativo dedicato a sostenere progetti di decarbonizzazione e azioni di mitigazione del clima all’interno delle catene di approvvigionamento legate all’industria outdoor. Sarà aperto a qualsiasi parte interessata che desideri contribuire, inclusi marchi, rivenditori e altre parti interessate associate, e tutti coloro che parteciperanno avranno un voto su come i fondi verranno distribuiti.
Dichiarazioni
Bryant LaPres, direttore senior dell’Apparel Impact Institute, ha commentato: “Attraverso il nostro lavoro con l’EOG nel Carbon Reduction Project, abbiamo sviluppato una vera azione collettiva. L’EOG ha svolto un ruolo fondamentale nel trasformare questa idea in realtà. I marchi membri dell’associazione hanno svolto un ruolo altrettanto cruciale, con un forte impegno nella collaborazione, nominando fornitori condivisi anziché agire da soli. Siamo entusiasti di passare alle attività di implementazione per ottenere riduzioni dirette delle emissioni. Non vediamo l’ora di avviare un’altra fase di questo progetto.”
La dottoressa Verity Hardy, responsabile del progetto di sostenibilità presso l’EOG, ha dichiarato: “Il gruppo pilota del Carbon Reduction Project ha chiaramente dimostrato il valore della collaborazione. Questo, sia in termini di dati e informazioni forniti collettivamente che in termini di economie di scala. Sappiamo di dover compiere un lavoro enorme per ridurre le emissioni di carbonio dalle strutture di produzione, ma i partner del progetto hanno ora anche un piano d’azione chiaro e realistico. Mantenere e ampliare questo livello di cooperazione sarà essenziale per raggiungere il net zero, e incoraggio le aziende a venire avanti e collaborare con noi su questo progetto assolutamente vitale per l’intera industria.”
L’intero case study del CRP è disponibile a questo link.