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Negli scorsi giorni, il 28 e 29 settembre, più di 200 business leader appartenenti al settore outdoor e non solo si sono riuniti a Berlino per l’annuale appuntamento con l’European Outdoor Summit. Quest’anno, il meeting si è svolto all’interno dell’eclettico Festsaal Kreuzberg, celebre locale dell’omonimo quartiere della capitale tedesca.

© Pete Webb, Pipeline Digital

The new era: Business and beyond

Questo il titolo per l’edizione 2023 del summit, a sottintendere quanto sia il momento per tutta la industry di andare oltre il mercato e i fatturati, per guardare il bigger picture e occuparsi delle grandi sfide che coinvolgono tutti: incertezza, imprevedibilità del mercato, crisi climatica, cambiamenti drammatici. Durante le due giornate, si è cercato di affrontare queste tematiche calde in maniera collaborativa e non competitiva, spronando i partecipanti a contribuire al dibattito e lasciarsi ispirare dagli speaker.

Tra i partecipanti di quest’anno, rappresentate anche alcune aziende italiane tra cui Assosport, SCARPA, AKU, Garmont, Panorama Diffusion.

© Pete Webb, Pipeline Digital

Giorno 1: highlight

Richard Payne, direttore di Sporting insights, ha riportato alcuni dati dal report “exploring the trend of the outdoor and sporting retail landscape” dove è emerso che anche in un momento di recessione economica, il pubblico continua a investire sul suo tempo libero, compreso lo sport.

Philipp Meister dell’agenzia di consulenza sulla sostenibilità Quantis, ha enfatizzato quanto la circolarità non sia ancora abbastanza integrata nelle strategie aziendali, nonostante si stimi che le iniziative circolari delle compagnie aumentino le revenue fino al 20%.

Durante il panel dedicato alla necessità di avere dei dati attendibili dai brand, è stato sottolineato quanto l’European green deal sia diventato la baseline per entrare nel mercato EU e quanto, di conseguenza, le aziende che non sono in grado di fornire dati sul proprio operato, rimangano fuori dai giochi. I dati non servono solo per risultare compliant alle guidelines europee, ma anche per migliorare l’andamento del proprio business per una produzione più ponderata.

© Pete Webb, Pipeline Digital

Progetto interessante quello di Insaas.ai, che grazie all’intelligenza artificiale ha potuto definire quali siano i criteri di scelta di un brand da parte del proprio target tra cui il valore associato, la durabilità e le proprietà multi-uso; il prezzo economico, non è necessariamente un driver di scelta.

La prima giornata si è conclusa con le parole di Christian Schneidermeier, CEO di Ortovox, che ha sottolineato quanto ci voglia una industry più coesa, con meno competizione e più collaborazione e di quanto sia necessario espandere il concetto di decrescita e prosperità.

Christian Schneidermeier, CEO di Ortovox © Pete Webb, Pipeline Digital

Giorno 2: highlight

Protagonisti della seconda giornata, la collaborazione tra Mammut e climatework, società svizzera che trasforma la CO2 aspirata in rocce; Bleckmann, con il suo speech sull’importanza dell’omnichannel per mitigare le crisi di mercato essendo un sistema data driven, centrato sul consumatore e flessibile. Geraline Vallejo del gruppo Kering e il loro nuovo mantra “avoid, reduce, restore, regenerate”per spiegare come anche la moda viaggia verso la sostenibilità attraverso una strategia a favore della biodiversità.

© Pete Webb, Pipeline Digital

Il secondo panel ha avuto come tema chiave la durabilità. Alcuni dati interessanti: l’86% dei consumatori europei vogliono sapere quanto dura il prodotto che comprano, ma non sanno dove trovare le informazioni. Il 60% dei consumatori europei riparano o fanno riparare i propri vestiti.

Ad oggi, non esiste una connessione chiara per il consumatore finale tra quello che compra e quanto inquina quello che compra. Nina Hajikhanian, Patagonia

Trovate il report completo dell’evento, sul prossimo numero di Outdoor Magazine.