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Puma ha riportato guadagni nel secondo trimestre più alti del previsto e ha aumentato le sue prospettive di fatturato per l’intero anno, affrontando i venti contrari in Cina meglio della rivale adidas.

Con una crescita delle vendite di oltre il 18,4%, con utile operativo in salita del 34% e utile netto balzato del 73% nel secondo trimestre, Puma ha superato il traguardo dei 2 miliardi di euro di vendite nel periodo. Il suo utile operativo è stato pari a 146 milioni e l’utile netto è risultato essere di 84 milioni di euro.

In particolare, nel periodo aprile-giugno, il marchio ha visto un forte incremento delle vendite in tutte le sue categorie di prodotto, con una performance crescente nel settore running, nello sportstyle e nel basket.

Ciò ha spinto l’azienda ad aumentare le previsioni di vendita per l’intero anno, contando su un incremento delle vendite del 15%, dopo aver applicato gli effetti dei cambi, contro il 10% precedente, puntando a un utile operativo compreso tra 600 e 700 milioni di euro.

“Non è facile per nessuno”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Puma Bjorn Gulden, aggiungendo che la sua azienda “non può aspettarsi una crescita in Cina nel 2022“. Ma ha anche affermato: “Riteniamo che i maggiori investimenti in ricerca, innovazione e sviluppo dei prodotti negli ultimi anni stiano iniziando a dare i loro frutti. Sebbene il primo semestre dell’anno sia stato solido, continuiamo ad affrontare crescenti incertezze e sfide geopolitiche e macroeconomiche. Le attuali restrizioni legate al Covid-19, in particolare nei mercati asiatici, alla crisi in Ucraina e al persistere di un’elevata inflazione stanno avendo un impatto negativo sulla fiducia e sulla domanda dei consumatori. Inoltre, i continui vincoli nella catena di approvvigionamento e gli aumenti dei prezzi delle forniture e dei trasporti limitano la disponibilità di prodotti ed esercitano una pressione sui margini”.

Puma continua a fare affidamento sui propri rivenditori, registrando un aumento di quasi il 23% delle vendite all’ingrosso, a 1,56 miliardi di euro. La sua attività di vendita diretta è invece cresciuta di 439 milioni di euro.

L’area delle Americhe è quella in cui il marchio tedesco ha registrato un maggiore aumento: il 26%, a 941 milioni di euro. Tanto che il continente sta diventando il suo mercato di riferimento. Anche Europa, Medio Oriente e Africa sono in crescita, del 21,5%, a 706 milioni. L’area Asia-Pacifico, invece, resta sotto pressione, con un calo di quasi il 2% delle vendite, a 355 milioni di euro.

“Vediamo un aumento del livello di incertezza in tutto il mondo”, ha affermato Gulden, ma ha aggiunto: “Rimango ottimista per il nostro settore in generale e per il nostro marchio in particolare”.